Sono una tentazione e spesso un affare. Ma talvolta i saldi possono nascondere insidie che, nella fretta e nell’entusiasmo, si rivelano solo una volta che il capo acquistato viene scartato portato a casa ed esaminato con attenzione. Per non sbagliare acquisto, Adoc Molise ha stilato una lista di 10 consigli per fare un buon affare.
1) Conservare sempre lo scontrino. I capi in saldo si possono sostituire, se il prodotto acquistato è danneggiato o non conforme. In base al dlgs. 24/2002 il negoziante è infatti obbligato a sostituire l’articolo difettoso, anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Per quanto riguarda il difetto di conformità il consumatore può denunciarlo al venditore entro il termine di due mesi dalla data in cui ha scoperto il difetto.
2) Attenzione ai fondi di magazzino. La merce posta in vendita sotto la voce ‘Saldo’ deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino di anni e stagioni precedenti. Alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono improvvisamente riempiti dei più svariati articoli. Diffidate anche di quei negozi che, a fine stagione, hanno per ogni tipo di prodotto il completo assortimento di taglie e colori.
3) Girare e confrontare. Non fermatevi mai al primo negozio che propone sconti ma confrontate i prezzi con quelli esposti in altri esercizi. In questo modo, eviterete di mangiarvi le mani in caso di prezzi più bassi. A volte basta qualche giro in più per evitare l’acquisto sbagliato o per trovare prezzi più bassi. Inoltre, prima di comprare un prodotto, è possibile controllare sul proprio smartphone che il prezzo non sia più alto di quello praticato sul sito ufficiale.
4) Lista degli acquisti. Cercate di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio, in modo da essere meno influenzabili dal negoziante. In questo modo, ridurrete il rischio di tornare a casa colmi di capi, magari acquistati anche a buon prezzo, ma dei quali non avevate alcun bisogno e che non userete mai. Inoltre, consigliamo di creare una ‘lista dei desideri’ sulla versione online dei negozi dove intendete acquistare, in modo da averla sempre a disposizione. Pagare un prezzo alto non significa comprare un prodotto di qualità.
5) Occhio ai super sconti. Se l’esercizio pratica sconti superiori al 50%, spesso nasconde merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi. Un commerciante non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto. È un fenomeno ‘a rischio’ soprattutto i primi e gli ultimi giorni di saldo. Diffidate inoltre dei marchi molto simili a quelli noti. Potrebbero essere capi contraffatti.
6) Fiducia. Servitevi presso negozi di cui vi fidate o acquistate merce della quale conoscete già il prezzo o la qualità in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto.
7) Negozi e vetrine. Ricordate che sulla merce è obbligatorio il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto ‘in modo chiaro e ben leggibile’. Controllate che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. La merce in saldo deve essere inoltre separata in modo chiaro dalla ‘nuova’. Diffidate delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce.
8) Prova dei capi. Non c’è alcun obbligo da parte del negoziante di farvi provare gli abiti ma è una facoltà rimessa alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati.
9) Pagamenti. Nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito (o bancomat), il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi.
10) Saldi online. Con la direttiva europea 83/2011, recepita dal decreto legislativo numero 21 del 21 febbraio 2014, sono state introdotte molte novità per i contratti a distanza, stipulati via internet e comunque fuori dai locali commerciali: dall’ampliamento della durata del diritto di ripensamento, fino a 14 giorni, ai tempi stretti per ottenere il rimborso di quanto pagato. (adnkronos)